Dieta Low FODMAP: soluzione da prendere con le pinze?

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Quando è il caso di applicare i principi della dieta Low FODMAP nel nostro modo di approcciarci con l’alimentazione?

La dieta Low FODMAP è diventata sempre più popolare negli ultimi anni come una possibile soluzione per le persone che soffrono di disturbi gastrointestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Ma cosa sono i cibi Low FODMAP, per cosa viene usata questa dieta e quali sono le riflessioni della comunità scientifica sulla sua applicabilità?

Cosa sono i cibi FODMAP?

La sigla FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols) rappresenta un gruppo di carboidrati a catena corta che sono scarsamente assorbiti dall’intestino tenue. Questi carboidrati possono causare disturbi digestivi, come gonfiore, gas, crampi addominali e diarrea, nelle persone che sono sensibili ad essi. I cibi Low FODMAP sono, di conseguenza, alimenti che contengono una quantità ridotta di questi carboidrati.

Esempio di cibi FODMAP sono:

  • Latte vaccino
  • Yogurt
  • Gelato
  • Formaggi freschi
  • Cereali integrali
  • Frutta zuccherina
  • Legumi integrali
  • Prodotti processati come succhi di frutta

Viceversa, esempio di cibi Low FODMAP sono:

  • Spinaci
  • Zucchine
  • Peperoni
  • Fragole
  • Ananas
  • Riso
  • Quinoa

La Dieta Low FODMAP conviene?

La dieta Low FODMAP è comunemente utilizzata come approccio dietetico per alleviare i sintomi del sindrome dell’intestino irritabile (IBS), una condizione cronica che colpisce il tratto gastrointestinale. Le persone affette da IBS spesso trovano sollievo dai sintomi limitando l’assunzione di alimenti ad alto contenuto di FODMAP.

Questo tipo di approccio all’alimentazione si basa su tre fasi principali: l’eliminazione, la reintroduzione e la personalizzazione. Nella fase di eliminazione, si evitano completamente i cibi ad alto contenuto di FODMAP per un periodo di tempo stabilito, solitamente da 2 a 6 settimane, in base alla persona e alle caratteristiche del suo organismo. Successivamente, nella fase di reintroduzione, ritornano nel piatto gradualmente alimenti appartenenti ai diversi gruppi di FODMAP. In questo modo si vuole identificare quegli alimenti che possono scatenare i sintomi. Infine, nella fase di personalizzazione, si crea una dieta personalizzata che limita solo i FODMAP che causano sintomi nelle singole persone.

Quali sono le evidenze scientifiche a supporto di questo tipo di alimentazione?

La dieta Low FODMAP ha ricevuto un’attenzione significativa negli ultimi anni e molti studi scientifici hanno indagato sulla sua efficacia nel trattamento dell’IBS. La maggior parte delle ricerche ha dimostrato che la dieta Low FODMAP può effettivamente ridurre i sintomi dell’IBS in molte persone. Tuttavia, alcuni esperti sollevano delle considerazioni riguardo alla sua applicabilità a lungo termine e agli effetti sulla composizione del microbiota intestinale.

Una delle principali preoccupazioni è che la dieta Low FODMAP possa portare a una riduzione della diversità del microbiota intestinale a causa dell’eliminazione di diversi tipi di carboidrati fermentabili e di prebiotici essenziali per la corretta composizione della flora batterica. Il microbiota intestinale svolge infatti un ruolo essenziale nella salute digestiva e generale, e una sua alterazione potrebbe avere implicazioni negative sulla salute a lungo termine.

C’è anche un problema pratico…

La dieta Low FODMAP può essere complessa da seguire e richiede una consulenza specializzata da un dietista o nutrizionista per essere adeguatamente implementata. Inoltre, può comportare una restrizione significativa di alcuni gruppi alimentari, come frutta, verdura, latticini e cereali, che potrebbero portare a una carenza di nutrienti importanti se non viene pianificata e seguita correttamente.

È importante sottolineare che la dieta Low FODMAP non è una soluzione per tutti. Non tutte le persone con IBS sono sensibili ai FODMAP e alcuni potrebbero rispondere meglio ad altri approcci dietetici o terapie. Pertanto, è fondamentale consultare un professionista della salute prima di intraprendere qualsiasi tipo di dieta o cambiamento nell’alimentazione.

La comunità scientifica riconosce che la dieta Low FODMAP può essere un’opzione terapeutica valida per le persone con IBS che non rispondono ad altre terapie o hanno sintomi persistenti. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio gli effetti a lungo termine della dieta sul microbiota intestinale, sulla salute metabolica e sulla qualità della vita.

La dieta Low FODMAP è un approccio dietetico che si basa sull’eliminazione e successiva reintroduzione di cibi a basso contenuto di FODMAP per alleviare i sintomi dell’IBS. Sebbene numerosi studi abbiano dimostrato la sua efficacia nel ridurre i sintomi, ci sono considerazioni importanti da tenere in considerazione, come l’effetto sulla diversità del microbiota intestinale e la necessità di un’adeguata consulenza professionale.

Se si sospetta di avere un’intolleranza ai FODMAP o si soffre di IBS, è consigliabile consultare un medico, un dietista o un nutrizionista specializzato in disturbi gastrointestinali per ottenere una valutazione accurata e una guida appropriata. La dieta Low FODMAP può essere un’opzione da considerare, ma la sua applicabilità e idoneità devono essere valutate individualmente, tenendo conto delle specifiche esigenze e del contesto di ogni persona.

Fonti e Approfondimenti

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