Il paradosso francese: il vino alleato del cuore?

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Bere vino e curare il cuore. Il paradosso francese è realtà?

Il mondo della cucina e della salute sono spesso state legate a doppio filo, a volte con ragione, altre in torto. Un caso abbastanza emblematico è sicuramente quello del paradosso francese. Osservando i comportamenti alimentari della popolazione d’oltralpe, infatti, si ipotizzò che bere un bicchiere di vino dopo i pasti annulli gli effetti negativi di una dieta ricca di grassi sul sistema cardiocircolatorio. Ma non tutti sono sempre stati convinti di questa conclusione.

Cos’è il Paradosso Francese?

Nella seconda metà del 1900 diversi scienziati hanno analizzato e messo a confronto la dieta francese con quella americana. In entrambi i casi, infatti, si fa largo uso di cibo a base di grassi come il burro ma fra di loro c’era – e c’è tutt’ora – una netta differenza. Al contrario di quella americana, la popolazione francese non ha un’elevata incidenza di malattie legate al cuore o ai vasi sanguigni. Assumere grassi in grande quantità, infatti, aumenta le quantità di lipidi circolanti, incluso il colesterolo. In questo modo accelerano la formazione di placche aterosclerotiche e possono portare a infarti, ictus e occlusioni delle vene e delle arterie. Nonostante ciò, in Francia questo tipo di malattie non è agli stessi livelli che negli Stati Uniti: questo è il Paradosso Francese.

La prima ipotesi: l’alcol come cura!

Una grossa differenza fra le culture alimentari dei due paesi sta nell’usanza prettamente francese di bere un bicchiere di vino a fine pasto. E nel vino si troverebbe la sostanza “colpevole” della riduzione di malattie cardiovascolari. La prima ipotesi si basa sulla presenza di alcol. In effetti, diversi studi – anche più recenti – hanno dimostrato come assumere vino o birra sembra essere correlato a un aumento della fluidità del sangue e a una riduzione dei livelli di colesterolo HDL. Eppure l’intera comunità scientifica non è convinta. L’alcol, infatti, aumenta la vasodilatazione riducendo la pressione arteriosa e interagisce con le piastrine riducendone l’aggregazione. Eppure queste sue attività non possono essere, da sole, capaci di ridurre il rischio di infarto in maniera così diffusa come in Francia.

Cosa potrebbe essere, allora, la causa?

Se fra etanolo e malattie cardiovascolari non sembra esserci un netto rapporto causa-effetto, è possibile che la presenza di altre sostanze porti come risultato finale proprio la ridotta incidenza di infarto. La prima riflessione va fatta sul resveratrolo. Questo polifenolo è un antiossidante naturale presente nell’uva e nel vino. Si tratta di una molecola che interagisce con il rame presente nel nostro organismo e in questo modo evita la formazione di accumuli di grassi ossidati, che sono tossici. In questo modo è in grado di aiutare nella cura e nella prevenzione di diverse malattie, incluso lo stress ossidativo della pelle. Nel sangue, inoltre, riduce anch’esso l’aggregazione di piastrine e quindi ne migliora la fluidità.

Il paradosso francese: il vino alleato del cuore?

La causa del Paradosso Francese, però, potrebbe risiedere anche in altri elementi della dieta tipica di questa popolazione. Nelle regioni meno colpite da malattie al cuore, infatti, si ha un alto consumo di vegetali che contengono folati, come lattuga a foglia larga, barbabietole e asparagi. Queste sostanze stimolano la produzione di nuove cellule del sistema immunitario sane, e quindi riducono l’insorgenza di malattie.

Il vino è la cura per l’infarto?

Sfatiamo subito questo mito: no. Ad oggi non esistono prove che bere vino dopo i pasti aiuta chi è a rischio di infarto o altre malattie cardiovascolari. La quantità di alcol e resveratrolo in un bicchiere di vino, infatti, non basta per avere una riduzione del rischio della malattia. In più, anche la definizione di Paradosso Francese sembra ormai antiquata. Le differenze fra la dieta statunitense e quella dei paesi del mediterraneo sono troppe e lo stile di vita e molto diverso. Due fattori che già da soli basterebbero a smontare qualunque mito al riguardo!

Fonti

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